domenica 27 agosto 2017

MAMME VISTE DA FUORI


Qualche giorno fa, ero alla cassa di un grande magazzino insieme a BabyD, dopo una spesa veloce. Dietro di noi, in attesa del loro turno, due mamme con i rispettivi figli. Entrambe gridavano verso i loro bimbi, incuranti di tutto e tutti, quindi ogni persona presente ha potuto sentire ogni singola parola.
<Tu mi fai solo piangere!>. <No, non ti sto a sentire, stai zitta!>. <Ecco, bravo, se ti comporti così al compleanno non ci andiamo. Ora chiamo papà e glielo dico!>. <Dove stai andando! Vieni qui e stai ferma!>. <Oggi sei insopportabile!>. <Con te non ce la faccio più!>.
Le mamme con i visi tesi, quasi senza trapelare un'emozione, né rabbia, né stanchezza. Come fossero in trance. I bimbi con il faccino bagnato di lacrime, qualche parola a metà tra le frasi della madre, tentativo di farsi le proprie ragioni, immobili, tristi e sconsolati alla fine, fermi vicino alla mamma.
La prima mia emozione, quella nata dal profondo, è stata la tristezza. Per i bimbi, non rispettati, non ascoltati. Per le mamme, quasi non presenti alla scena di cui erano protagoniste.
Poi è subentrato il giudizio verso queste madri, così insensibili, così non curanti dei figli e del luogo in cui i piccoli venivano trattati così male. Come si fa a dire quelle parole così piene di rancore. Addirittura dire a tua figlia <Mi fai solo piangere!>. Ma quale madre si comporta così!
Ma mentre loro proseguivano i rimproveri e io ero sempre più sconcertata, come un flashback, mi sono venuti alla mente alcuni momenti con mio figlio.
Quando arrivo a fine giornata stanca, desiderosa solo di una doccia calda e di stare stesa sul divano. E ogni cosa, ogni singola cosa che mio figlio fa mi sembra sbagliata, fuori luogo, troppo pesante per me. E allora lo riprendo una volta, gli chiedo per favore di mangiare quello che ha nel piatto e poi di farsi mettere il pigiama. Lui parla ma io non lo ascolto. Gli ripeto solo i miei ordini senza prestare vera attenzione a quello che mi racconta e dice. E lui non fa ciò che io vorrei in quel momento e allora io urlo, lo investo con le mie parole e le mie assurde ragioni. Sono in trance anche io, non riesco a fermarmi, a stare zitta e guardarlo negli occhi. Lo metto a letto veloce, senza quasi accorgermene e solo quando mi fermo, quando regna finalmente il silenzio, torno in me e mi rendo conto di tutto. Di essere stata un'egoista, di non aver rispettato mio figlio come persona. E con il viso rigato di lacrime, torno da lui addormentato e gli sussurro le mie scuse all'orecchio.
Io sono quelle madri.
Chissà qual era la loro storia. Chissà cosa era capitato loro per essere così tese, così stanche. Probabilmente anche loro, appena salite in auto, saranno rinvenute da quel momento di annebbiamento e si saranno pentite del loro comportamento. E, forse, avranno chiesto scusa e sui musetti dei loro bimbi sarà tornato il sorriso.
Il giudizio verso di loro è finito nel momento stesso in cui mi sono immedesimata, in cui ho capito che erano solo mamme viste da fuori e che anche io potrei essere vista da fuori quando non dò il meglio di me con mio figlio.
Un po' triste per questo esame di coscienza, ho pagato e sono uscita tenendo BabyD per mano, tenendolo stretto. E appena stati nel parcheggio, ho aperto la confezione di bolle di sapone acquistata e ho fatto mille bolle per lui. Lì, tra le auto parcheggiate e qualche sguardo un po' dubbioso dei presenti. Abbiamo riso tanto insieme. E questo non sarebbe successo se non avessi incontrato quelle mamme, se non mi fossi vista da fuori. Saremmo saliti in macchina veloci e avremmo perso un'occasione per divertirci.
Guardiamoci da fuori più spesso. E facciamo tante bolle di sapone con i nostri figli!

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