Confusa e felice, detto alla Carmen Consoli.
Ecco come mi sento oggi, dopo un weekend denso, pieno di nozioni e di emozioni. Un weekend dove ci sono stata solo io, per la prima volta da quando sono mamma, ma dove, contemporaneamente, mio figlio era presente più che mai, in ogni parola, in ogni azione. Un weekend che ho dedicato a me stessa, per coltivare una passione, un modo di pensare, una filosofia di vita, possiamo anche dire. Un weekend in cui mi sono buttata e ho fatto "una pazzia", come direbbero altri. Per seguire un desiderio che coltivavo da tempo. Un desiderio che è stato mio figlio a suggerirmi, con il suo essere un baby-cozza, amante (estremo) del contatto. Senza di lui probabilmente non avrei mai scoperto questo mondo.
E' il primo step per diventare Consulente del Portare, una figura (per chi non la conoscesse) che accompagna la diade mamma-bambino, e tutto il sistema famigliare, nel mondo della genitorialità a contatto, a partire dal portare "fisicamente" il proprio figlio, mediante idonei supporti, per arrivare al portalo nel mondo, per essere il primo e fondamentale mediatore del suo ingresso nel mondo.
E il portare il bambino addosso segue un percorso non casuale che parte da un contenimento stretto per arrivare ad un contenimento sempre più grande [questa cosa del contenimento non l'ho detta io, l'ha detta Donald Winnicott]...dopo essere stato portato dentro il pancione, il neonatino [grazie a Gessica per questo dolcissimo diminutivo...mi commuovo solo a scriverlo] viene portato davanti, pancia-a-pancia, racchiuso, protetto nella fascia, come fosse ancora nel pancione della mamma...man mano che cresce, che diventa più forte, fisicamente e psicologicamente, il bambino si sposta prima sul fianco, dove c'è ancora il contatto visivo col genitore, e infine sulla schiena...per esplorare il mondo per la prima volta da solo, ma con mamma o papà a sorreggerlo...
Il modulo che ho seguito ha focalizzato l'attenzione sul portare il pancione (sì, si porta pure quello, per dare sollievo fisico alla mamma e per iniziare a sintonizzarsi col mondo del portare) e sul portare davanti, pancia-a-pancia.
Così, con l'aiuto di cuscini e pancere, siamo ritornate ad assaporare la sensazione dell'avere un cucciolo in pancia (invidiando almeno un pochino le due ragazze che un esserino bellissimo nella pancia lo sentivano davvero), e con la collaborazione delle nostre bambole (cioè...io ho portato con me il mio bambolotto storico di quando ero bambina - vestito con gli abiti del piccolo D. ...il collo un po' storto, una palpebra un po' calante, ma è stato un perfetto bambino!), siamo tornate neo-mamme alle prese con un neonato di pochi mesi.
Il modulo che ho seguito ha focalizzato l'attenzione sul portare il pancione (sì, si porta pure quello, per dare sollievo fisico alla mamma e per iniziare a sintonizzarsi col mondo del portare) e sul portare davanti, pancia-a-pancia.
Così, con l'aiuto di cuscini e pancere, siamo ritornate ad assaporare la sensazione dell'avere un cucciolo in pancia (invidiando almeno un pochino le due ragazze che un esserino bellissimo nella pancia lo sentivano davvero), e con la collaborazione delle nostre bambole (cioè...io ho portato con me il mio bambolotto storico di quando ero bambina - vestito con gli abiti del piccolo D. ...il collo un po' storto, una palpebra un po' calante, ma è stato un perfetto bambino!), siamo tornate neo-mamme alle prese con un neonato di pochi mesi.
Photo by Angela M. Nitti - Scuola del Portare |
Dopo aver appreso le basi della fisiologia del portare e nozioni sulla Babywearing Safety, ci siamo avvolte in fasce lunghe dai bellissimi colori, sperimentando legature già note e usate con i nostri cuccioli (e qui perfezionate...dagli errori tecnici commessi per chi, come me, è stata finora una mamma canguro autodidatta) e legature nuove...scoprendone di bellissime e comodissime!
Photo by Angela M. Nitti - Scuola del Portare |
Avreste dovuto esserci per vedere dieci donzelle a sventolare in aria come ali di farfalla fasce azzurre, rosse, viola e blu...per imparare gli step per fare le legature tramite utilissime metafore...
Photo by Gessica Catalano - Scuola del Portare |
Photo by Gessica Catalano - Scuola del Portare |
Siamo diventate anche marinai per imparare il nodo piatto...che a saperlo mi sarei evitata una estate con un groppo piantato nella spalla con la mia fascia improvvisata per portare sul fianco...
Accanto alla tecnica, abbiamo lavorato anche su noi stesse.
Abbiamo condiviso momenti di riflessione e di relazione, per imparare anche gli aspetti psicologici e relazionali connessi alla pratica del portare, nonché l'importanza della comunicazione per accompagnare i genitori attraverso un ascolto attivo ed empatico ed una comunicazione incoraggiante, necessari per dare un completo supporto alle mamme che andremo a seguire.
Perché il portare, come si diceva, non è solo nozione tecnica, ma racchiude tutto un rapporto che si va a creare con il proprio bambino...e la Consulente del Portare deve riuscire a "stare con" la mamma mentre si crea questa relazione...
...E se torno a pensare a come ero io da neo-mamma, le prime settimane con il mio cucciolino, quando ero incerta nel tenerlo in braccio, figuriamoci in fascia, avrei avuto proprio bisogno di una figura che mi guidasse nel ricreare all'esterno quell'unione creata con mio figlio dall'interno, dal pancione...che mi aiutasse per riequilibrarci, per assestarci entrambi e iniziare la vita insieme, ma fisicamente separati...
Solo dopo questo percorso, mi è chiaro perché il portare con la fascia sia stato per noi la soluzione più naturale...è stato quel nesso che ci ha aiutati ad abituarci alla nostra nuova condizione...mimando la nostra unione fisica ma preparandoci ad essere due persone distinte...
Questo corso mi ha dato di certo una maggiore consapevolezza del rapporto con mio figlio...
Ecco perché sono confusa e felice!
Confusa da tutto quello che la mia mente ha imparato, non solo in termini di tecniche, ma anche (e forse soprattutto) dal punto di vista emozionale, felice perché ho avuto la conferma che quella che era solo una necessità pratica è diventata una vera e propria passione da condividere con altre famiglie, felice perché ho conosciuto altre mamme che condividono con me questo interesse, felice perché mi si apre davanti un nuova strada e come tutte le cose che stanno per iniziare "ti fanno sentire come la sera prima della gita scolastica, prima del tuo compleanno" [cit. - Giorgia, grazie...nessun paragone renderebbe meglio l'idea].
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Ora che ho risistemato i pensieri, scrivendoli nero su bianco, posso iniziare l'attività vera, spinta da tutta la passione, da tutto l'interesse, da tutta la curiosità che ho in questo momento...da questa esperienza nasce una nuova rubrica, Mamma per la pelle, con cui vi porterò con me alla scoperta del bellissimo mondo del portare, condividendo le mie esperienze e i risultati dei miei studi.
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Questo post è dedicato alle mie formatrici, Antonella, Angela e Gessica, e alle mie compagne di avventura, Alessia, Barbara, Crissi, Erica, Fiorella, Giorgia, Ilaria e Valentina...mamme e ancor prima donne fantastiche!
La frase di Carlos Castaneda è semplicemente STUPENDA!
RispondiEliminaVerissimo, Monica! Un bellissimo ARRIVEDERCI! :)
EliminaVedrai che questa esperienza sarà solo una delle prime soddisfazioni che ti porterà il babywearing!!
RispondiEliminaTutto il corso deve essere stato bellissimo *.* I nodi poii ❤
Io ho imparato tutto da sola, grazie al web...
Mi avrebbe fatto piacere partecipare ad un corso sul portare!
Grazie Tara Art...intanto per seguirmi su tutti i social! Ora faccio altrettanto! In quanto al Babywearing...sono stata mamma canguro autodidatta anche io...poi la necessità si è trasformata in passione e, complice la location vicinissima a casa, ho deciso di fare il corso! Ora spero di mettere in pratica ciò che ho imparato, in primis con mio figlio e poi con le altre mamme! Potrai seguire gli aggiornamenti sul blog :)
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