Il periodo più bello e intenso in cui ho portato mio figlio è stato durante l'estate.
La sua prima estate, due anni fa. Lui aveva 6-7 mesi e adorava vedere il mondo stando seduto sul mio fianco, sostenuto da una fascia portabebè. Che poi, il supporto che abbiamo usato, una fascia con tutte le qualità per essere considerata tale non lo era mica. Nemmeno sapevo cosa fosse l'armatura diagonale, il blend misto e la grammatura. Sentivo semplicemente necessario avere qualcosa che mi aiutasse a tenerlo vicino a me sul fianco, per scoprire insieme il mondo. La nostra 'fascia' era in effetti una lunga e spessa sciarpa di cotone azzurra a righine colorate, regalatami dalla mia nonna anni addietro. Facendo il cambio armadi, l'ho vista. E subito l'ho amata come il supporto tanto cercato.
Un nodo sulla spalla, sederino più basso delle ginocchia, sostegno alla schiena (le basi imparate con l'uso della fascia elastica)...e via a scoprire il mondo insieme.
Sarebbe stato più facile certamente sapere che esistono le fasce ad anelli per portare come volevo io o che una fascia rigida poteva venirmi in soccorso per il nostro babywearing. Ma non lo sapevo e non ero così 'tecnologica' da trovare gruppi che mi potessero essere d'aiuto. E due anni fa, dove abito io di fasce ce n'erano veramente poche. Forse nessuna. E quindi nessuna mamma con cui confrontarmi.
Sarà stato il babywearing meno rigoroso di tutti...ma quello è stato il nostro portare più bello. Nato dal desiderio di stare vicini e condividere le prima scoperte.
Tragitti verso la spiaggia, passeggiate in campagna, giorni di vacanza lontani da casa. Ogni occasione era la nostra per viverla insieme, uniti dal nostro supporto improvvisato.
Quando incontro le mamme come consulente del portare, racconto spesso questa mia esperienza per trasmettere il significato emotivo, il senso più profondo che ha per me il portare. Che è contatto, condivisione, ascolto.
Poi vengono i supporti, che sono il mezzo e non il fine del percorso portato.
Di fasce ce n'è di ogni meraviglia, e questo lo sappiamo tutte (con rammarico del portafoglio e lo sconforto dei nostri mariti ;-)) ma, ovviamente senza dimenticare la sicurezza, posso praticare il babywearing più bello con un'unica fascia, magari donatami da un'amica a sua volta portatrice, magari del colore che meno si adatta a me, magari rosa se anche ho un figlio maschio.
Quello che conta è ciò che c'è <dentro> la fascia, io credo. Lo credo e l'ho vissuto nel mio babywearing 'primordiale' che mi ha fatto rispondere in maniera semplice ai bisogni di mio figlio e ha permesso di innamorarmi di questo metodo di accudimento.
Un'altra cosa che mi ha insegnato questa esperienza con il cucciolo è la <non-stagionalità> del portare e delle fasce.
Era estate, quel periodo. E il caldo non ci ha fermati. E non sudavamo più di quello che si suda normalmente in estate, ve lo assicuro. Vestiti poco entrambi, non abbiamo sentito la necessità di abbandonare la nostra 'fascia' in seguito al caldo. E, ripeto, era un tessuto qualunque; con un supporto di cotone certificato o eventualmente un misto lino, la temperatura dell'estate non è un fattore così incidente sulla pratica del babywearing.
Basta qualche piccolo accorgimento, come il vestirsi poco, un body per il piccino e una canottiera per noi, il coprire con berrettini o crema solare le estremità non coperte dal tessuto e seguire il normale buon senso 'da mamma' nel non uscire nelle ore più calde, come per qualsiasi attività estiva fatta con i più piccini.
La posizione sul fianco è poi forse la più fortunata tra quelle in cui si porta, perché è aperta, contenitiva quanto basta, ma sufficientemente ariosa per permettere ai due corpi di respirare.
Comunque anche portando pancia a pancia esistono legature con un solo strato di tessuto e di conseguenza con la possibilità di aprire la parte alta della legatura, per far stare meno coperto e costretto il piccino.
Ora i tempi del nostro <babywearing estremo e assoluto> sono lontani. Ora BabyD corre sulle sue gambette lunghe e si ricorre veramente poco all'uso dei supporti. Questa è in effetti la prima estate in cui non uso fasce quotidianamente.
È stata davvero un dono quell'estate di due anni, quando una semplice sciarpa ha tessuto quel legame che ancora adesso ci portiamo dentro entrambi.
Lusi
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