venerdì 31 ottobre 2014

TRA IL DIRE E IL FARE C'E' DI MEZZO TUO FIGLIO


Prima che il piccolo D. nascesse, avevo bene in mente cosa avrei permesso e cosa no a mio figlio.

1) Avrebbe dormito nella sua cullina e la sua cullina sarebbe stata nella sua cameretta, in modo che fin da subito si abituasse a riconoscere i suoi spazi.

2) La notte, lo avrei allattato e poi rimesso nella sua cullina, in modo che imparasse a dormire da solo.

3) Non gli avrei dato il ciuccio, che gli avrebbe impedito di imparare ad attaccarsi bene al seno, gli avrebbe rovinato i denti e sarebbe stato difficile da levare una volta diventato grande.

4) Lo avrei portato fin da subito in mezzo alle persone, a contatto con gli altri bambini, in modo che si abituasse a stare con gli altri e non solo con me.

Poi è arrivato lui...e tutte le mie convinzioni sono crollate come un castello di carte...

Lui ha imposto la sua presenza e i suoi desideri prima che io potessi anche solo ricordarmi delle regole che avevo stabilito nella mia mente.

E così:

1) La cullina è stata a fianco del nostro lettone dal primo giorno. E il lettino l'ha sostituita.

2) Quando si sveglia la notte, lo prelevo con gli occhi chiusi, lo corico al mio fianco, gli porgo il seno e mi riaddormento.

3) Il ciuccio è la nostra àncora di salvezza e guai a chi ce lo tocca.

4) In mezzo alle persone ce l'ho portato per davvero...col risultato che sì, è molto socievole, ma non sa stare per più di 5 minuti da solo.

Con un figlio non esistono regole generali.
Con un figlio non si può stabilire a priori.
Con un figlio bisogna scendere a compromessi (con se stessi e la propria parte razionale) dal suo primo vagito.

Con un figlio, esiste lui...e bisogna seguire il SUO cuore anche se quello di cui ha bisogno non corrisponde a quanto ci eravamo immaginati, a quanto avevamo stabilito.

Io, che sono razionale, amo le liste, voglio programmare tutto in anticipo, ho dovuto lasciargli spazio, permettergli di farmi capire ciò di cui ha bisogno, giorno per giorno, notte dopo notte, senza avere un foglio con su scritti i punti da rispettare, da spuntare appena superati. 

Lui mi ha insegnato ad essere più paziente, più permissiva, a non voler controllare tutto.

Ora che ha quasi un anno, mi dico che sarebbe l'ora che dormisse nella sua cameretta, che non volesse ciucciare la notte, che imparasse a giocare da solo per più di 5 minuti. Ma lui la pensa diversamente. E ancora una volta lo seguirò, aspetterò che arrivi il SUO tempo per fare tutte queste cose. Anche perché provateci voi a contraddirlo nel mezzo della notte, quando decide che vuole dormire nel lettone in mezzo a mamma e papà!

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