Da quando ho cambiato lavoro, ho perso le mie due ore giornaliere di viaggio in treno, momenti che dedicavo alla scrittura, alla lettura, a piccole attenzioni a ciò che mi piace fare. Ora il viaggio, comunque più breve, lo faccio in macchina, cosicché più che cantare a squarciagola insieme alla radio non posso fare.
Il tempo libero che ho in più rispetto a prima è un tempo diverso.
Un tempo che dedico ai pranzi insieme a mamma e nonna, dopo il lavoro.
Un tempo in cui incontro le mie 'compagne di respiro' in un corso di respiro consapevole (ve ne parlerò presto).
Un tempo in cui organizzo le attività per la nuova avventura della fascioteca, un piccolo mondo dedicato al babywearing, a cui ho dato vita insieme ad un papà portatore incontrato proprio grazie ad una consulenza (...seguiteci su Portare nel Tigullio).
Un tempo in cui mi sono scoperta creativa, quando non lo sono mai stata...e trascorro così qualche ora a dare vita a piccole cosine in feltro e pannolenci.
Un tempo in cui mi scopro piccola massaia e che uso per sistemare casa, lavare, cucinare.
Un tempo in cui ho bisogno di FARE, di INCONTRARE, di VEDERE.
Un tempo che al momento quasi mai mi sento di dedicare alla scrittura, ma che voglio usare per attività più tangibili, più pratiche. Cosa che mi ha stupito non poco, perché io sono sempre stata una fan del tempo usato per stare fermi, leggere, scrivere.
Poi c'è il tempo in cui sto con mio figlio. Grazie a questo tempo in più, posso andare a prenderlo al nido e STARE con lui.
Complice questo mite inverno, ce ne andiamo spesso sul lungo mare, a correre, a tirare i sassi in spiaggia, a fare giri (interminabili) sulla giostra o corse (instabili) sulle macchinine elettriche. Oppure andiamo insieme a fare la spesa. Oppure ce ne torniamo a casa e guardiamo vicini vicini, stretti stretti i cartoni in attesa di preparare la cena.
Uso questo tempo per godermi giorno dopo giorno, da vicino, la sua crescita esponenziale, il suo diventare sempre più simile ad un 'bimbo grande'.
Vedo scorrere attraverso di lui il tempo e quindi me lo voglio assaporare 'sul campo' e non solo da dietro alle quinte.
Vivo la vita da una nuova prospettiva.
Un punto di vista da cui cui ciò che ho sempre avuto, che c'è sempre stato, assume un nuovo significato.
Tempo e priorità sono cambiati.
Questi ultimi mesi mi sono serviti per abituarmi e appropriarmi dei nuovi ritmi...per abituarmi a tutto questo tempo da vivere.
Dopo praticamente dieci anni, tra studio e lavoro, in cui la giornata era assorbita solo attività standardizzate, avere del tempo da USARE senza regole mi ha spiazzata. Non ero abituata.
Ho, quindi, cambiato prospettiva e sono nate nuove amicizie, nuovi stimoli, nuove avventure. Come donna e come mamma.
E' successo un po' come quando ho scattato la foto che vedete in cima la post. La mattina di Natale, tra lo spacchettamento e l'euforia del clima natalizio, tra una foto e un bacino di ringraziamento, tra un pezzo di panettone e un messaggio di auguri, scatto per sbaglio una foto scontrando il cellulare che era appoggiato sul tavolo. Poi ho trovato questo scatto. E ci ho messo diversi minuti a capire cosa fosse. E' il lampadario della sala nella casa dei miei genitori. Un oggetto che fa parte della mia vita da sempre. Eppure da questa prospettiva non lo riconoscevo. Vedevo che era una cosa bella e che mi ricordava qualcosa, ma non sapevo cosa fosse, lì per lì.
Un pò come la mia vita ora. C'è ciò che c'era prima, ma guardato da qui ha tutto un altro sapore...di magia, di novità, di tempo.
Un punto di vista da cui cui ciò che ho sempre avuto, che c'è sempre stato, assume un nuovo significato.
Tempo e priorità sono cambiati.
Questi ultimi mesi mi sono serviti per abituarmi e appropriarmi dei nuovi ritmi...per abituarmi a tutto questo tempo da vivere.
Dopo praticamente dieci anni, tra studio e lavoro, in cui la giornata era assorbita solo attività standardizzate, avere del tempo da USARE senza regole mi ha spiazzata. Non ero abituata.
Ho, quindi, cambiato prospettiva e sono nate nuove amicizie, nuovi stimoli, nuove avventure. Come donna e come mamma.
E' successo un po' come quando ho scattato la foto che vedete in cima la post. La mattina di Natale, tra lo spacchettamento e l'euforia del clima natalizio, tra una foto e un bacino di ringraziamento, tra un pezzo di panettone e un messaggio di auguri, scatto per sbaglio una foto scontrando il cellulare che era appoggiato sul tavolo. Poi ho trovato questo scatto. E ci ho messo diversi minuti a capire cosa fosse. E' il lampadario della sala nella casa dei miei genitori. Un oggetto che fa parte della mia vita da sempre. Eppure da questa prospettiva non lo riconoscevo. Vedevo che era una cosa bella e che mi ricordava qualcosa, ma non sapevo cosa fosse, lì per lì.
Un pò come la mia vita ora. C'è ciò che c'era prima, ma guardato da qui ha tutto un altro sapore...di magia, di novità, di tempo.
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