domenica 20 settembre 2015

GENERAZIONI DI MAMME. SESSANT'ANNI DI MAMMITUDINE


Questa è una delle foto che più adoro. Le mamme della mia famiglia. Sessant'anni di mammitudine. 
Oltre che un'evidente somiglianza generazionale che fa sì che ognuna di noi possa specchiarsi nell'altra per vedere com'era e come sarà.

Mia nonna, mamma degli anni '50, tutt'oggi il riferimento per tutta la famiglia. Sarta di professione e per passione (pure oggi che di anni ne ha 91), è la mamma 'di una volta', di quelle che non le fanno più, quella che ha avuto tre figli in due anni e mezzo e aveva comunque tutta la vita familiare sotto controllo, quella che in casa si occupava di tutto, quella che faceva sedere mia mamma sul pedale mobile della macchina da cucire mentre lavorava così lei poteva divertirsi e starle comunque vicina, quella che ha sempre organizzato le riunioni di famiglia, quella che cucinava per venti persone e questo era il modo più naturale di trascorrere una domenica, quella che i ravioli, li impastava e le melanzane per la parmigiana, le friggeva, quella che riesce a smacchiarti ogni capo d'abbigliamento da ogni tipo di macchia, quella che ancora oggi fa le pulizie in grande quando deve passare il prete a benedire. E in tutto questo, sempre con ago e filo in mano. 

Mia mamma, mamma degli anni '80, mamma farmacista con gli orari 'difficili' di questa professione, quella che ha fatto salti mortali per fare le cose come le faceva mia nonna pur lavorando fuori casa, quella che trovava sempre del tempo da dedicare a me e mio fratello nelle pause dal lavoro, quella che impastava la pasta per la pizza nell'ora di pausa per farci mangiare sano...ma che ogni tanto si concedeva di cucinare la 'Pizza Catarì', quella che ha continuato le tradizioni materne in tema di riunioni familiari, quella che dà la cera ai pavimenti, quella che ha sempre stirato tutto (ma proprio tutto!), quella che solo ora che siamo grandi riesce a ritagliarsi anche uno spazio per i suoi interessi fuori casa.

Poi ci sono io, mamma del 2013...quella che il lavoro ce l'ha anche se precario, anche se a 40 km da casa, quella che ha il freezer sempre piano di riserve di cibo...spesso acquistato già surgelato, quella che ha sempre una confezione di riso col condimento liofilizzato pronto in cinque minuti...e lo da anche al figlio, quella che la cera sui pavimenti di casa l'ha data solo la prima volta, quella che lava i piatti ogni due giorni con la lavastoviglie, quella che non stira i vestiti del piccolo di casa...perchè 'tanto la sera sono di nuovo a lavare', quella che coinvolge il figlio in tante attività diverse dall'acquaticità ai laboratori educativi per condividere con lui i suoi momenti liberi, quella che sta sui social e condivide anche lì la sua vita da mamma.
Quella che, insomma, sfigura un po' in quanto a 'economia domestica' rispetto alla nonna e alla mamma.

Tre mamme diverse...

Ma diverse solo in apparenza. Solo in relazione al concetto di maternità, che, come è ovvio, si è modificato nel tempo, così come sono cambiati i ritmi della vita, sempre più veloci, sempre più da ottimizzare. 
Dopo una concezione 'familiare' della maternità, come ai tempi di mia nonna, noi donne abbiamo 'vinto' il lavoro fuori casa e per forza di cose i confini della maternità si sino allargati, rendendo la maternità veloce, fatta di momenti e non di giorni, fatta di tempo di qualità e non di continuità. Una maternità che si condivide sui social, che diventa un po' 'di tutti'.

Però...ecco, penso che anche se cambiano i ritmi, cambiano le società...la cosa bella è che non cambiano le mamme.

Ognuna a suo modo, ognuna secondo i suoi ritmi sa ritagliarsi i momenti per essere mamma, moglie e donna...sa creare quei ricordi che ci portiamo dentro e trasmettiamo alle nuove generazioni. Non importa la società in cui vive, il lavoro che fa, il tempo che ha a disposizione.

Dopo sessant'anni, noi mamme della famiglia siamo più uguali che mai, pur nella nostra diversità 'pratica'. 
Nonostante mia mamma non si dia pace che io non stiri gli abiti di BabyD o che mi guardi un po' diffidente perché lo porto in fascia o uso i pannolini lavabili o biodegradabili, abbiamo tutte lo sguardo amorevole e attento verso i nostri figli, che abbiano due anni o sessanta.

E il mio non essere capace di impastare le lasagne o il mio non stirare non limita la mia possibilità di essere la mamma di cui ha bisogno il mio cucciolo, cosa che su cui spesso rifletto.

Sì, forse all'inizio di questo post, mi ripetevo questa frase come un mantra per auto-convincermi di non essere da meno rispetto alle altre mamme della famiglia...ma mano mano che scrivevo ho capito che davvero posso non essere da meno anche se figli e nipoti non mi ricorderanno per la crostata alla marmellata o la zuppa di pesci o per saper risolvere i problemi tipici di una casalinga...ma magari per essere la mamma che aveva un blog :-)

La mammitudine è davvero una condizione senza tempo e senza spazio...che non risente, nella sua essenza, del trascorrere del tempo e delle diversità sociali...che fa sì che io possa parlare di parto, allattamento, svezzamento, primi passi e prime parole nello stesso modo con una mia coetanea o con mia nonna...è davvero un filo che lega e unisce le generazioni...è il bello di essere mamma!


(Questo post partecipa al tema del mese #unanessunacentomilamamme lanciato dalle #stormoms. Seguile su Facebook qui.)

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