giovedì 11 settembre 2014

L'INSERIMENTO AL NIDO. OVVERO QUANDO UNA MAMMA DEVE TENERE DURO



Sono reduce dalla settimana di inserimento al nido del piccolo D. 
Un'esperienza sicuramente emozionante, a tratti divertente, a tratti sconvolgente, talvolta mi è sembrata una scelta contro-natura e folle, altre volte la scelta giusta.
Di certo è stato molto divertente preparagli il corredino...shopping compulsivo per bavette, asciugamanini, etichette col nome peggio che per borse e scarpe. 
Di certo è stato bello condividere con lui le prime ore in asilo, vedere le prime interazioni con gli altri bimbi, mescolarmi un pò a loro, tornare un pò piccina.
Di certo, d'altra parte, mi ci è voluta molta forza d'animo per non cedere quando ha capito che non era solo un gioco e scoppiava a piangere appena entravamo in asilo.
Di certo ho dovuto tenere dura per non prendere in braccio mio figlio in lacrime, girare i tacchi e scappare il più lontano possibile da lì.

E' stata un'esperienza che ha temprato non solo mio figlio, ma anche, e forse soprattutto, me-mamma. Dopo mesi e mesi di simbiosi totale, permettere che un'altra persona si occupi del mio piccino, che veda i suoi progressi giornalieri, che vigili sulla sua sicurezza non è una cosa facile da accettare. Non è semplice fidarsi, in materia di figli, almeno per me.

E' indiscusso che mi sembrava di fargli un torto, quando dovevo mentirgli e atteggiarmi a persona tranquilla per tranquillizzare anche lui (mentre dentro ribollivo di ansia), quando lo abbandonavo tra le braccia della tata (da noi si fanno chiamare così...ed è bello, perché è un termine così casalingo, informale...un nome che racchiude tenerezza), quando dovevo andare via di soppiatto perché se mi vedeva varcare la porta era finita, quando riconoscevo il suo pianto tra tutti gli altri mentre salivo in auto, posteggiata proprio sotto la finestra del salone, quando tornavo a prenderlo e appena mi vedeva scoppiava in lacrime, di un pianto forte, liberatorio e stupefatto, come se gli fosse apparsa una persona che pensava che non avrebbe rivisto mai più. 

E' indiscusso, però, che è stato molto emozionante e commovente il giorno in cui sono tornata a prenderlo e me lo hanno fatto osservare di nascosto e l'ho visto giocare tranquillo sul tappetone, insieme ai bimbi della sua età, quando ha iniziato a fare il riposino durante la mattinata, segno che ha iniziato a fidarsi di quel luogo, quando è tornato da me in braccio alla tata e mi ha buttato le braccia al collo senza però struggersi in pianti viscerali...

Lì ho capito che l'inserimento era andato a buon fine. Il piccolo D., nel suo essere piccino, è diventato un po' più grande. Sta imparando a staccarsi da me...e io da lui. Ancora una volta, cresciamo insieme

E il nostro rapporto si evolve
Non stiamo sempre insieme, ma mi rendo conto che i momenti che ora viviamo a stretto contatto sono più intensi, più vivi. Lui è diventato più coccolone che mai, sempre appiccicato alla sua MA-MMM-MA, sempre più baby-cozza...io sono diventata ancor più mamma-chioccia...
Per ora abbiamo bisogno di questo, di rassicurarci a vicenda che ci siamo in questo periodo di transizione. Allontanarci ci ha fatto essere ancora più vicini! Chi lo avrebbe detto all'inizio della settimana di inserimento?!?

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